Il ponte di ferro. Il Cilento: dal mito alla realtà, dalla preistoria alla storia, alla ricerca di una identità

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 «[…] Non entrano nei fatti vostri; vi rivolgono di rado la parola, ma non perché timidi o privi d’eloquenza, ma perché assenti in propri pensieri. Ma basta che esprimiate un desiderio, ed eccoli farsi a pezzi per accontentarvi: lo fanno per inclinazione a farsi benvolere […]. Terra ospitale, terra d’asilo!».

Così Giuseppe Ungaretti qualificava la gente del Cilento. Ma è possibile definire l’identità di un luogo? Anche di quello in via di spopolamento? E quali sono i tratti costitutivi di quell’identità? 

Con una narrazione che muove dalla suggestione del mito e approda alla verità della storia, Botti e Maldonato conducono il lettore alla scoperta del Cilento antico, crocevia di civiltà millenarie, e del Cilento moderno, interrogandosi sul ruolo della memoria nella costruzione dell’identità, attraverso il recupero dell’eredità dei grandi intellettuali che qui hanno fondato la filosofia, il pensiero religioso, le rivoluzioni politiche e la difesa militante dei paesaggi culturali. Che fanno del Cilento la «civiltà assai rara» di cui cantava Ungaretti.