Descrizione
Giuditta Sidoli è stata, oltre che la donna amata da Giuseppe Mazzini, una protagonista dell’epopea risorgimentale, e costituisce un modello di costanza e di amore per tutte le donne moderne perché, pur non rinnegando mai il suo ruolo di madre, mantenne saldi in sé e nei suoi figli gli ideali patriottici che il marito prima e Mazzini poi le avevano inculcato. Le fughe per ritrovare i figli, l’elusione della sorveglianza della polizia di vari Stati, la frequentazione a Firenze, Roma, Napoli, Parma, Torino, dei salotti culturali e patriottici più noti del tempo, l’amicizia con personaggi celebri come Gustavo Modena, Luigi Amedeo Melegari, Ciro e Celeste Menotti, i fratelli Bandiera, e molti altri, la collocano tra le più significative figure femminili del Risorgimento
Il personaggio di Giuditta Bellerio Sidoli – scrive Simonetta Ronco nella Prefazione al volume – assume connotati differenti a seconda del contesto nel quale viene esaminato e raccontato.
Pur senza negare che la maggior parte del pubblico conosce questa donna del Risorgimento, in quanto fu la donna amata da Giuseppe Mazzini, occorre sottolineare il fatto che ella rivestì un ruolo cardine nel percorso risorgimentale anche prima e al di là della sua liaison con Mazzini.
Nata a Milano nel 1804 dal barone Andrea Bellerio e dalla nobildonna Maria de’ Sopransi, Giuditta trascorse la propria infanzia accanto al fratello Carlo, giovane e appassionato patriota che dovette intraprendere presto la via dell’esilio.
Anche lei, Giuditta, sognava una patria unita e libera e trovò nel marito, Giovanni Sidoli, l’incarnazione del suo ideale di uomo: giovane, bello, ardito e patriota.
La vita coniugale, dal 1820 al 1828 non trasformò però Giuditta in una semplice gregaria del marito. In Svizzera prima e in Francia poi, dove i due dovettero rifugiarsi dopo i moti del 1821, Giuditta divenne un punto di riferimento per tutti gli esuli italiani che in lei trovavano la forza, la serenità e la costanza che soltanto una donna convinta delle sue idee e in esse rafforzata dall’amore sa comunicare.
Quando Giovanni Sidoli morì, ucciso dalla tubercolosi, Giuditta si trovò di fronte a un’alternativa: continuare la vita di sempre accanto ai suoi figli e ai suoceri nel lussuoso palazzo di Reggio Emilia, oppure darsi anima e corpo alla causa per la quale il marito aveva compromesso la sua esistenza, e così fece.
Criticata, biasimata, sorvegliata e perseguitata, seppure con moderazione, grazie alla posizione sociale e politica del suocero, Bartolomeo Sidoli, duchista e reazionario, Giuditta iniziò da sola il percorso della lotta patriottica, adoperandosi con tutte le sue forze per sostenere i moti insurrezionali di Modena e Reggio.
La via dell’esilio, lontana dai suoi quattro bambini fu la più dura punizione per lei, che da quel momento non smetterà mai di cercare di riabbracciarli e di riunirsi a loro.
Su questo importante aspetto della sua vita personale, quello di madre, si innesta a partire dal 1831, la relazione con Giuseppe Mazzini.
Grazie a questo amore, che per Mazzini fu sicuramente totalizzante e disperato, Giuditta entrò a tutto campo nella storia del Risorgimento attivo, iniziando una scalata verso i più alti livelli di cospirazione e di organizzazione. Molti furono i patrioti che conobbe, aiutò, sostenne psicologicamente. Molti la amarono in vario modo, uno tra tanti Gino Capponi, nobile toscano che la salvò dalla prigione in molte occasioni e che le fu devotissimo fino alla morte.
SIMONETTA RONCO, genovese, è docente universitaria, avvocato e giornalista pubblicista.
Da sempre appassionata alla storia, si è dedicata allo studio di personaggi femminili poco studiati, ma che hanno lasciato una traccia indelebile nelle vicende della nostra nazione. É autrice di biografie (“Madama Cristina. Cristina di Borbone duchessa di Savoia”, Il Capricorno, 2005, Anguillarino d’Argento al Premio Internazionale Archè 2006 e finalista al premio Carver 2007; “Giulia di Barolo, una donna fra Restaurazione e Risorgimento”, Il Capricorno–La Stampa, 2008, finalista al Premio Letterario Internazionale “Trofeo Penna d’Autore”; “Mazzini”, Il Capricorno-La Stampa, Torino, 2011; “Antonia, storia di una musa”,Leucotea, Sanremo, in corso di stampa) e romanzi storici (“Adriana. Una straniera a Sanremo”, Fratelli Frilli, Genova, 2006; “Segreti”, Aracne, Roma, 2008, Gran Premio della Giuria per la Sezione Narrativa Città Della Spezia 2008; “La Settima onda”, Aracne, Roma, 2009, finalista al Premio Tindari 2009; “Se tornerai”, Aracne, Roma, 2009; “Melagrane e fichi d’India”, Aracne, Roma, 2010; “Ritorno a Blessy”, Aracne, 2012; “Février e l’enigma degli uccelli”, Liberodiscrivere, 2013; “Février e un caso di coscienza”, Aracne, 2017). Per Licosia dirige la Collana Editoriale Mnemosine.
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