Descrizione
Ho il privilegio di avere 3 figli: Gabriele 13 anni, Ilaria 10 anni e Michele 6. Affronto ogni giorno tutti gli stadi delle possibili relazioni con loro. Dalla ribellione pre-adolescenziale di Gabriele alle fughe notturne verso l’ambita meta del lettone da parte di Michele, agli stati sospesi tra voglia di giovinezza e ancoraggio alla fanciullezza di Ilaria. Nelle mie conversazioni con loro, incredibile a dirsi, c’è un argomento che, in tutti loro, genera un eguale sentimento di curiosità: il mio lavoro. Già perché il lavoro di noi adulti definisce una parte di cosa siamo agli occhi dei nostri figli. Per tutti loro io “lavoro alla Microsoft”. Non hanno capito cosa faccio di preciso e neanche riesco a dargli torto visto che, dopo venti anni di Human Resources, non l’ha totalmente colto neanche mio padre, al quale alla fine ho deciso di confermare che pago gli stipendi e assumo e licenzio le persone. Non che non ci abbia provato, ma lo sguardo consueto quando affrontavamo questa discussione e io parlavo di motivazione delle persone, di diversità, di gestione del talento, di realizzazione del potenziale, rimaneva nella faticosa ricerca di un ancoraggio sicuro. Stipendi, assunzioni, licenziamenti. Per i miei figli è diverso. Per loro il lavoro è più un posto dove si va e un prodotto che il papà contribuisce a costruire. Quindi mi definiscono, lavorativamente parlando, la Microsoft House di Viale Pasubio e la XBOX (uno dei prodotti più noti che io contribuisco a “costruire”).L’idea di questo libro nasce da questo: non avevo prestato mai molta attenzione al fatto che il lavoro, una cosa teoricamente così distante dalle loro esistenze, fosse un argomento di interesse comune a tutti e tre i miei figli, così diversi e così distanti non solo per età. Cambiamo le domande, certamente; ma non cambia la centralità della parola “lavoro” nelle conversazioni con loro. Da quel momento in cui Ilaria mi ha chiesto “ma il lavoro che farò io sarà molto diverso da quello che fai tu?”, è partita l’idea di raccogliere spunti, riflessioni e suggestioni di un lavoro che ancora non c’è ma che è in fase di definizione oggi per raccontare ai miei figli alcune possibili evoluzioni in un linguaggio comprensibile ai bambini. La trasformazione riguarderà tutte le aziende, tutte le funzioni, tutti i “lavori”. Certamente riguarderà i lavori di Gabriele, Ilaria e Michele. Questo libro è dedicato a loro e alla mia amata Elisabetta. Senza di voi semplicemente non sarei quello che sono.
Pino Mercuri, 43 anni, sposato con Elisabetta e padre di Gabriele, Ilaria e Michele, è il Direttore delle Risorse Umane di Microsoft Italia.
Si occupa di persone da sempre: Unilever, Vodafone, Artsana Group e Ariston Thermo Group sono le realtà nelle quali ha contribuito a disegnare e realizzare moderne ed efficaci strategie HR.
Nel tempo libero ama viaggiare – ha visitato più di 40 nazioni – adora il cinema e le series di fantascienza, da buon romano, non resiste ad una carbonara ben fatta, ha una passione per le nuove tecnologie e i social, realizza, insieme a Michele, impegnative costruzioni con i Kapla, fa shopping insieme con Ilaria, non perde mai una partita di calcio di Gabriele e, a sua volta, gioca a calcio e pratica running con alterne vicende.
Ha raccontato il futuro del lavoro al TEDxVarese nel Giugno 2018 ed è apprezzato speaker nazionale ed internazionale su temi quali HR digital innovation, diversity, personal branding e change management.
Questo è il suo primo libro.
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