Descrizione
Per 200 anni l’Europa è stata dominata dal mito della palingenesi rivoluzionaria, il quale ovunque ha trionfato, ha prodotto cataclismatici mutamenti che, anziché far crescere la libertà e la felicità degli uomini, hanno spianato la strada al Moloch burocratico-totalitario. In questo libro si dimostra che tali esiti paradossali possono essere spiegati solo analizzando la logica interna della rivoluzione, la quale, nella misura in cui intende praticare la politica della tabula rasa e per rigenerare il mondo intero, è obbligata ad annientare la spontaneità sociale in tutte le sue manifestazioni e trasformare il Partito nel solo regolatore della vita umana. Rivoluzione e totalitarismo, dunque, contrariamente a una opinione largamente diffusa, sono un’unica cosa; e lo sono precisamente perché c’è solo un modo per rivoluzionare l’esistente: creare un potere illimitato e usarlo spietatamente per annientare tutto ciò che si oppone alla marcia della storia.
Luciano Pellicani, professore emerito di Sociologia della Facoltà di Scienze Politiche della Luiss Guido Carli. È stato direttore della rivista “MondoOperaio”.
Tra le sue opere maggiori ricordiamo: Dalla società chiusa alla società aperta (2002), Le radici pagane dell’Europa (2007), Lenin e Hitler (2009), Anatomia dell’anticapitalismo (2010), Dalla città sacra alla città secolare (2011), La società dei giusti (2012), La genesi del capitalismo e l’origine della modernità (2013), Jihad (2015), Cattivi maestri della Sinistra. Gramsci, Togliatti, Lukàcs, Sartre e Marcuse (2017), Le rivoluzioni: miti e realtà (2019).